Come consideri il tuo avversario?
Nemico o Maestro?
Siamo soliti pensare al nostro avversario come colui che dobbiamo fronteggiare, sconfiggere, addirittura distruggere… ma cosa accadrebbe se riuscissimo a vederlo come colui che, aldilà del risultato, può insegnarci sempre qualche cosa di nuovo?
… Scopriremmo un nuovo modo di giocare e vivere gli scacchi!
A parole può sembrare semplice, della serie “Ok, checcivuole? Sicuramente imparerò qualcosa di nuovo da tutti i miei avversari e non me la prenderò più comunque andrà…”. Poi succede che stai giocando una splendida partita, tutto sta andando per il meglio, quando a un certo punto commetti un errore (un solo errore!), e tutto quello che avevi costruito crolla davanti ai tuoi occhi. È ancora facile voler apprendere da quella partita? È ancora facile non prendersela con l’avversario, o con se stessi? Te lo dico io: No! Non è facile.
Eppure sono proprio questi i momenti in cui possiamo imparare qualcosa di nuovo, in cui possiamo imparare ciò che ancora ci manca, e in questi momenti il nostro avversario, ribaltando la situazione, approfittando del nostro errore, ci sta aiutando a vedere lì dove possiamo migliorare.

Il mio maestro mi ha insegnato che “se hai fatto 99,9 non hai fatto niente”… una grande verità! Quante squadre di calcio hanno preso goal all’ultimo minuto? Quanti canestri allo scadere hanno ribaltato la partita da una sconfitta a una vittoria? E quante volte una sola mossa ha rovesciato un risultato che sembrava certo? A scacchi esiste un detto che dice:
Una mossa cattiva può rovinarne 40 ben giocate!
Se a questa idea comunemente diamo un’accezione negativa, il dispiacere di aver commesso quella cattiva mossa, oggi voglio offrirti un nuovo punto di vista. Quella stessa mossa che abbiamo maledetto può diventare per noi la nostra più grande possibilità per migliorare!
Un giorno un amico a me caro mi disse: “Axel, se hai fatto quell’errore è perché c’è ancora qualcosa che devi imparare, se no non l’avresti fatto!” e in un’altra occasione aggiunse: “…e se si è potuto manifestare lo devi al tuo avversario che non ha mollato, che ci ha provato fino alla fine, e ti ha permesso di vedere il tuo limite”.
Wow! Proprio quell’avversario che un attimo prima avevo condannato è diventato colui che mi ha mostrato il mio margine di miglioramento… è diventato il mio maestro! Infatti cos’altro fa un buon maestro se non portarti continuamente lì dove puoi (e quindi devi cercare di) migliorare?!
Ricordo una volta in cui il mio allenatore e maestro mi diede un esercizio straordinario che desidero condividerti e proporti, ma ti chiedo di farlo – se deciderai di metterti in gioco – con la massima intensità e impegno. L’esercizio è adatto per chi gioca tornei di scacchi o di qualsiasi altro sport o per chi fa attività in cui deve sfidare qualcun’altro (potrebbe essere anche una semplice sfida a tressette al bar con gli amici…).
SCOPRI L'ESERCIZIO
Mentre stai giocando una nuova partita, ogni volta che tocca al tuo avversario ripeti nella tua mente la seguente frase: “Io ti voglio bene”. Cerca di annotarti dopo ogni partita le sensazioni che hai provato durante e al termine della partita. Svolgi questo esercizio per almeno un torneo intero o per tutte le partite giocate in una sessione di allenamento o con gli amici.
Ti scoprirai un giorno non giocare più contro gli altri… ma a giocare con gli altri!
Quel giorno l’avversario sarà diventato il tuo maestro.
È proprio con questo intento educativo che nasce l’evento: L’Avversario è il mio Maestro. Un’occasione unica per incontrare e interagire con due esperti di scacchi ed “entrare” nella loro mente mentre stanno giocando e condividendo la propria strategia.
Buon apprendimento a tutti!

Qui sopra, la locandina dell’evento che si è disputato tra i due grandi maestri Axel Rombaldoni e Kenny Solomon.