GLI SCACCHI E LA VITA
Attraverso lo specchio
Cari lettori, continua il nostro viaggio nel magico mondo delle 64 caselle e dei suoi 32 abitanti… A proposito! Ti sei mai chiesto perché proprio 64 e 32 (16 pezzi bianchi e 16 pezzi neri) ? Chissà, magari l’inventore degli scacchi ha scelto dei numeri a caso e sono usciti questi… mmmh non credo che sia andata proprio così…. E qualche spunto te l’avevo già condiviso in un vecchio articolo nel blog.
Ma torniamo a gli Scacchi e la Vita. Un tema affascinante, non trovi?
Quante volte sentiamo dire che giocare una partita a scacchi è un po’ come fare esperienza della vita?! Molti giocatori del passato e del presente lo affermano. Così come molti appassionati. E ancora l’ho sentito affermare anche da molte persone che a malapena conoscevano il movimento dei pezzi e le regole base del gioco.
Sarà un caso oppure c’è una verità di fondo che colpisce (a volte inconsciamente) gli uomini?
Osservare più da vicino il gioco e cercare di scoprire questa profonda relazione è il primo step importante da compiere.

Il primo elemento a favore di questa idea è certamente l’affascinante simbolo a quadretti bianco e neri. Pensate che la scacchiera era ben conosciuta dai nostri antenati e veniva utilizzata in innumerevoli giochi e attività. Ciò che fa da padrone in questo simbolo è proprio l’alternanza degli opposti: il bianco e il nero, il giorno e la notte, il caldo e il freddo, il bene e il male … che possiamo riscontrare in tutti i fenomeni della natura e della vita.
Poi vengono i Pezzi degli scacchi. Ognuno con le sue caratteristiche. Ognuno con il suo movimento. E ognuno facente parte di un contenitore più grande, che conosciamo come i due schieramenti. Non troviamo ancora una volta un’assonanza con la vita? E più precisamente con gli uomini, ognuno con i propri talenti, ognuno con le proprie peculiarità, e ognuno facente parte di un contenitore più grande?
Questi sono solo alcuni elementi, già di per sé molto interessanti, ma devi sapere che ogni pezzo, così come ogni situazione che si presenta nella scacchiera, può essere riflessa nella vita del giocatore.
Al primo evento Educare con gli Scacchi gli istruttori e gli appassionati partecipanti si sono meravigliati del livello di profondità che si può raggiungere in questa lettura.
Ti invito sin da subito a riflettere su questa relazione, più di quanto tu abbia già fatto fino ad oggi, un po’ come se guardassi gli scacchi per la prima volta, con gli occhi di un bambino … un po’ come ha potuto fare “Max nella città degli scacchi” (un film che ti consiglio) che grazie agli insegnamenti di un istruttore molto particolare, ha potuto vivere l’esperienza di un singolo pezzo per volta, diventando così consapevole di ogni movimento, di ogni possibilità e, cosa ancora più importante, di come la vita intorno a lei si manifestasse sulla scacchiera (e viceversa).
Proprio come uno specchio…

…Proprio come lo specchio che ha attraversato Alice nel secondo episodio della celebre favola di Lewis Carroll, che l’ha portata a incontrare nuovi personaggi e a vivere una nuova esperienza meravigliosa:
Per alcuni minuti Alice se ne stette in silenzio, guardando la campagna in tutte le direzioni… Era una campagna stranissima. Un gran numero di ruscelletti l’attraversavan dritti da un lato e l’altro, e il terreno che li separava era diviso in quadrati da un gran numero di piccole siepi verdi che andavan da un ruscello all’altro. — Mi pare disegnata proprio come una grande scacchiera, — disse Alice finalmente. — Vi dovrebbero essere qua e là degli uomini che si muovono… ed eccoli, ci sono! — aggiunse deliziata, e il cuore le cominciò a battere più celere mentre continuava: — Si giuoca un giuoco colossale di scacchi… per tutto il mondo… se questo è un mondo. Oh, che divertimento! Vorrei essere del giuoco. Non m’importerebbe d’essere una Pedina, purché potessi essere là con loro, ma naturalmente mi piacerebbe di più essere Regina.
E da quel momento comincia la sua nuova avventura come una Pedina del grande Scacchiere fino a concludere il suo percorso diventando una Regina…
“Ma il nostro quotidiano non è così…”, “Non ci sono pedoni che diventano regine…”. È vero… purtroppo spesso i pedoni restano pedoni, non cambiano la loro natura… ma questo non vuol dire che debba andare sempre e per forza così!
Inizia col porti la seguente domanda: “Io cosa voglio diventare da grande?”. E una volta che ti sei dato una risposta, comincia col fare la prima mossa. Poi fai un’altra mossa. Poi un’altra ancora. Poi un’altra ancora… E una mossa alla volta, proprio come il pedone, potrai arrivare anche tu in fondo e trasformare la tua condizione in ciò che desideri veramente.
Comincia con il definire il tuo obiettivo e gioca la prima mossa! 🙂