L’ORIGINE DEGLI SCACCHI

E il loro scopo…educativo!

Cari amici, scacchisti e lettori con il presente articolo ha inizio un percorso di approfondimento del gioco degli scacchi. Cominceremo il nostro viaggio lì dove è cominciato anche il viaggio di questo gioco antico e straordinario, per proseguire alla scoperta di nuovi punti di vista sulla scacchiera e i pezzi, e riscoprire infine gli scacchi come un eccezionale strumento educativo.

Partiamo proprio da una delle domande classiche: “Quando è nato il gioco degli scacchi?”

Dare una risposta precisa e sicura a questa domanda non è affatto cosa semplice, ma la storia ci viene incontro per quantomeno riuscire a identificare le prime forme conosciute all’uomo. Ben noto è il primo ritrovamento di un gioco con la scacchiera di sessantaquattro caselle e che prevede anch’esso lo spostamento di alcune pedine: stiamo parlando del Chaturanga! L’origine di questo antico gioco è datata intorno al 550 d.C. in India. A conferma della stessa identica forma della scacchiera, 8×8 caselle, il nome con la quale veniva chiamata era proprio: “Ashtapada” che letteralmente significa “a otto piedi”. [Qui sotto puoi osservare una ricostruzione del Chaturanga]

Da questo momento in poi nella storia il gioco si è diffuso esponenzialmente in tutto il mondo evolvendosi e modificandosi a seconda delle tradizioni locali, fino ad arrivare ad assumere la forma e le regole utilizzate ai giorni nostri.

In realtà questo processo di trasformazione, durato migliaia di anni, ha radici ancora anteriori a quelle citate poco fa. Infatti nei reperti delle più grandi civiltà antiche troviamo delle testimonianze che ci mostrano come i regnanti giocassero già a dei giochi su scacchiera.

Questi giochi erano considerati addirittura sacri, tant’è che si possono osservare diversi ritrovamenti nei corredi funebri dei sovrani d’un tempo. Di seguito ritroviamo alcune immagini esplicative dei giochi più illustri. In ordine: 1. Il Senet: Il gioco dei Faraoni; 2. La Petteia, un gioco consigliato da Plutarco; 3.Achille e Aiace che giocano a Petteia.

Ed ora arriva il bello!

Lo scopo principale e originario di questi giochi, che possiamo tranquillamente definire come gli “antenati degli Scacchi”, era quello di educare i futuri re, regine, faraoni, zar… a governare e gestire il proprio regno! Per dirla con un linguaggio a noi più familiare: i Principi e le Principesse attraverso la scacchiera e i pezzi venivano educati alla Vita. E se questo è valido per “gli antenati degli scacchi” a maggior ragione lo è anche per gli scacchi!

Il gioco degli scacchi, lo vedremo ancora meglio nei prossimi articoli, è proprio un po’ come uno specchio della vita. All’interno di questo specchio i giocatori possono specchiarsi, osservarsi, e fare esperienza della Vita. Così che le situazioni che vivo sulla scacchiera possono diventare uno specchio delle situazioni che vivo nella vita di tutti i giorni e quindi da esse posso imparare, posso addestrarmi e crescere! 

Un ulteriore indizio in questa direzione ce lo da la tanto amata leggenda degli Scacchi e del bramino Lahur Sissa Nassir. Una storia dai mille significati e che sicuramente avrete già sentito decine di volte, ma che ci spiega con assoluta chiarezza, attraverso la comprensione che raggiunge il sovrano Iadava, la correlazione che c’è fra il gioco e la vita e come esso può essere usato per trovare risposta alle proprie domande. Per approfondire la leggenda e alcuni dei suoi significati leggi l’articolo correlato.

A presto!